Associazione Laboratorio Stabile e Laboratorio Stabile di Teatro presentano il lavoro della stagione teatrale 2024/25, per il gruppo degli adulti, andato in scena il 14.6.2025.
Buona lettura!

“C’è un testo di Alan Aickbourn, che si intitola, “Confusions”, che mette in scena uno spaccato della società moderna; si tratta di una serie di scene ed atti unici, legati però tra loro. Tradimenti, mamme esaurite, scandali nei piccoli centri della provincia, sindaci che organizzano serate di beneficenza, gente al parco che non desidera altro che entrare in relazione con altri. È, tra realismo e paradosso, la descrizione della realtà.
Ho iniziato il laboratorio pensando a questo testo.
Come ogni anno, nel laboratorio per adulti, ci ritroviamo a dover scegliere il testo finale da mettere in scena per restituire al pubblico il lavoro svolto durante l’anno e, soprattutto, per permettere ai/alle partecipanti di potersi confrontare con chi guarda, elemento fondamentale del processo teatrale. Anche quest’anno mi sono ritrovata con un gruppo di sole donne; un gruppo fantastico, che cerca insieme la strada, condividendo sia i momenti difficili che quelli più soddisfacenti, in un sistema di solidarietà ed ascolto che raramente mi è capitato di incontrare.
A gennaio ho dovuto cercare di capire cosa mettere in scena e, poiché non esistono testi solo al femminile (o sono rarissimi), ho dovuto attivare tutta la mia creatività. Mi piaceva tantissimo il sistema drammaturgico di “Confusions”: ogni scena è a sé stante, funziona senza preamboli o altre scene conseguenti, ma è anche legata alla scena successiva ed a quella precedente, perché condivide uno o due personaggi. Ciò fa sì che possiamo vedere un personaggio in diverse sfaccettature, in contesti diversi, e questo è molto utile all’attore/attrice per poter lavorare sulla costruzione dello stesso a 360°. La problematica di “Confusions” è che contiene molti personaggi maschili ed io avevo a disposizione solo nove donne. Ho letto tutto il possibile e l’immaginabile su monologhi e scene al femminile, ma nulla faceva al caso nostro. A quel punto la strada era una sola: ricreare la stessa struttura drammaturgica di “Confusions” con diversi testi, rendendoli dialoghi quando erano monologhi e creando relazioni quando non esistevano. Ho preso i testi che avrebbero funzionato di più e li ho uniti uno con l’altro attraverso il filo rosso delle relazioni. E così sono venute fuori le “Confusioni Nostre”, con dentro alcuni testi di Benni da “Le Beatrici”, una scena da “Confusions” stesso, qualche scena da “Felici i felici” di Yasmina Reza e una scena da “L’inserzione” di Natalia Ginzburg. Infine abbiamo costruito una scena finale, nata dall’improvvisazione delle partecipanti, che vede quasi tutti i personaggi in scena al funerale di una di loro. Sono tutte scene che descrivono la difficile quotidianità di persone normali, che fanno i conti con le loro solitudini, che cercano con tutte loro stesse la relazione umana, perché solo in quella sanno che possono trovare salvezza.
Se nella prima parte del laboratorio abbiamo, come ogni anno, affrontato le basi delle tecniche teatrali (ritmo, ascolto, riscaldamento del corpo e della voce, relazione con lo spazio, con l’altro nello spazio), la seconda parte del laboratorio, da gennaio in poi, ci ha viste intente a costruire i personaggi del testo che si stava formando. La generosità e l’acume delle partecipanti ha fatto sì che i personaggi nascessero piano piano, nelle difficoltà e nell’ispirazione della vita di tutti i giorni. Ognuna ha messo del suo, ha creato la storia del personaggio (quella che non vediamo direttamente in scena ma che nutre l’attore/attrice), ha immaginato il passato e i desideri che la muovono, ha espresso le sue perplessità, ha chiesto aiuto al gruppo, si è confrontata con i diversi modi di guardare la realtà che ognuna di loro vive. Le attrici hanno osservato molto, si sono osservate molto, senza giudizio e con il desiderio di aggiungere un tassello in più alle loro conoscenze.
Arrivate alla fine del laboratorio la messa in scena sembrava quasi impossibile: il tempo era poco e tante erano le insicurezze, ma abbiamo lasciato che il lavoro di ricerca facesse il suo corso, che fluisse nelle parole del testo e, soprattutto, nella possibilità di improvvisare in scena; così che la vita potesse continuare a fluire anche nella ripetizione delle prove.
Quello che le partecipanti hanno potuto constatare è che, se la relazione è salda, il corpo è vivo e la vita fluisce nelle scene e lo spettatore non si annoia e si esce da quel fantastico spazio teatrale ancora più ricchi!
Non vedo l’ora di ricominciare il lavoro con questo gruppo”!
Elisa Bongiovanni
Ringrazio la conduttrice del laboratorio per il suo racconto e per i suoi commenti sul percorso appena concluso. Vi lascio ad una corposa carrellata di immagini, curata da Alfredo Trenca, ed alle clips video che troverete nella sezione del sito dedicata.
Appuntamento alla Stagione Teatrale 2025/26.
La locandina:































































































































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